Nella dichiarazione dei redditi 2023, è possibile portare in detrazione le spese sostenute per i servizi di interpretariato destinati ai sordi, per una percentuale del 19%.
L’agevolazione fiscale che prevede la detrazione Irpef del 19% degli oneri sostenuti per i servizi di interpretariato riconosciuti ai non udenti (riconosciuti dalla legge 381/1970) è dedicata:
ai minorati sensoriali dell’udito
ai soggetti affetti da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva, che abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato.
Non rientrano in queste categorie i soggetti resi sordi da cause di guerra, lavoro o di servizio oppure da patologie di natura esclusivamente psichica, che pertanto non possono beneficiare di tale sgravio fiscale.
Per portare in detrazione le spese in oggetto, è necessario essere in possesso della seguente documentazione:
certificazione dell’handicap riconosciuto (o autocertificazione del possesso di tale documentazione)
certificazioni fiscali rilasciate da chi ha prestato i servizi di interpretariato;
copia cartacea della transazione effettuata con mezzi di pagamento tracciabili (fattura, ricevuta fiscale, ricevuta della carta di credito/debito, ecc) che attesti che il contribuente abbia sostenuto interamente gli oneri.
La detrazione per servizi di interpretariato viene calcolata sull’intera spesa sostenuta, poiché non sono previsti limiti di spesa ed è riconosciuta per intero ai titolari di reddito complessivo pari a 120.000 euro: superato tale limite, la detrazione decresce fino ad azzerarsi, al raggiungimento del tetto di 240.000 euro di reddito.
Si può richiedere la detrazione del 19% della spesa per tali servizi anche dal familiare della persona con disabilità, a condizione che quest’ultimo sia fiscalmente a carico di chi detrae la spesa; in tal caso, la detrazione è prevista sull’intero importo e a prescindere dall’ammontare complessivo del reddito.
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