Esistono due categorie di successione: la successione testamentaria e quella legittima.
In questo articolo, le esamineremo entrambe per capirne le differenze.
Successione testamentaria
Con il testamento si dispone dei propri beni per il tempo che segue la propria morte. Con il testamento è possibile identificare un erede al quale lasciare un intero patrimonio o una sua quota, senza specificazione dei beni oggetto del lascito oppure è possibile identificare uno o più beni specifici da lasciare ad un legato (ad es. una casa).
Disporre dei propri beni come si desidera non è però così scontato: ci sono dei limiti imposti dalla legge che vietano alcuni tipi di patti che si riferiscono ai beni di una successione non ancora aperta oppure alcuni tipi di testamento. Vediamoli nel dettaglio:
patti rinunciativi: quando un soggetto acconsente a rinunciare all'eredità di qualcuno che non è ancora deceduto;
patti dispositivi: quando un soggetto cede o promette di cedere a un altro soggetto dei beni che dovrebbe ricevere in eredità dal defunto;
patti confermativi: quando un soggetto si accorda con un altro per lasciargli la propria eredità;
testamenti congiunti: quando due o più persone dettano insieme le loro volontà, in un unico atto;
testamenti reciproci: quando due o più persone dispongono l'una in favore dell'altra, nello stesso atto.
Sono invece validi, i testamenti con cui due o più persone dispongono a reciproco beneficio, in atti separati.
Si specifica che, secondo il Codice Civile, determinati soggetti hanno diritto a godere di una quota minima di patrimonio del defunto (c.d. quota di legittima). Il testatore può liberamente disporre della parte di patrimonio che non comprende la quota di legittima.
Ad aver diritto a tale quota sono i legittimari: il coniuge o la persona unita civilmente al de cuius, i figli e i loro discendenti e, in assenza di figli, i genitori. Ognuno dei legittimari può godere una quota di legittima variabile.
Successione legittima
La successione, in ogni caso, si apre solo alla morte del testatore e nel luogo del suo ultimo domicilio. Successivamente viene individuato il patrimonio ereditario e la sua ripartizione tra i chiamati, i quali diventeranno eredi solo se accetteranno l'eredità.
Si ricorda, infatti, che l'accettazione dell'eredità non è obbligatoria e che è facoltà del chiamato scegliere di rinunciarvi specie in caso di debiti (leggi il nostro articolo, per approfondire).
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